
Ieri la cagnolina Ninetta, detta anche Nina, Nini, Piccola... E' qui da due giorni ma ha già capito che è sempre lei che chiamo, seppur con nomi differenti.
E' un tesoro ed è occupatissima a cercare di capire cosa passa per la testa di quelle strane creature che sono i gatti.
E loro, i gatti, la studiano e si domandano un po' scocciati perché sia tanto agitata. A quel punto si agitano anche loro e sfoggiano l'intero repertorio del gatto inferocito: codona, schiena arcuata, ruggiti vari, aria di sfida. E lei, la Ninetta, capisce che tira una brutta aria e mi guarda come per chiedere: ma perché fanno così? Io voglio soltanto giocare.
E' chiaro che in questo periodo qui sul lago non ci si annoia.

Eccoli. Uno è un po' mangiato dai tarli, ma con un buon prodotto specifico e un soggiorno premio in freezer per una settimana non dovrebbero esserci problemi.
Naturalmente, da filatrice curiosa, ho voluto provare a usarli: non è poi tanto facile.
Per prima cosa manca qualsiasi sistema di aggancio in alto o in basso e la forma a cono sembra fatta apposta per facilitare lo srotolamento del filo quando meno te lo aspetti.
Comunque alla fine sono riuscita a capire come funziona il sistema di fissaggio (un semplice cappio ben stretto e non troppo vicino alla punta superiore). In fin dei conti sono riuscita a filare un po' di seta come documentato nella foto, ma che faticaccia!
Pensando alla loro veneranda età ho voluto trattare i miei fusi con un occhio di riguardo e li ho messi in posa sullo scialle fatto con alpaca e seta filata a mano.